Appello per la scienza e la competenza
Siamo un gruppo di scienziati, ricercatori, divulgatori scientifici e sostenitori del metodo scientifico che in questi anni hanno condiviso tematiche di grande attualità.
Lo stretto rapporto e interscambio tra società democratiche e sapere scientifico nei vari ambiti, quali quello medico, ambientale, energetico, agricolo e alimentare, impattano sugli aspetti economici e finanziari, così come sulla equità sociale, la credibilità della politica interna e internazionale: ciò è confermato dalla strumentalizzazione che i regimi totalitari fanno della scienza in senso ampio.
Se continuassimo a limitare il dibattito al mondo Web oppure a quello dei convegni scientifici, spesso ignorati dai media, difficilmente riusciremo a incidere. Faremmo inoltre torto alla società perché molti cittadini sarebbero esclusi e non potrebbero nemmeno beneficiare della possibilità di imparare, rimanendo così relegati a posizioni di sudditanza da ignoranza.
La risposta della scienza in pandemia è stata sorprendente perché tutto il mondo scientifico e democratico si è focalizzato su un unico fine: sconfiggere la pandemia e limitare al massimo l’impatto negativo sulle nostre società di un mondo globalizzato.
Pensiamo quindi sia più che mai necessario un appello a tutte le forze politiche, affinché mettano al centro dei loro programmi il metodo scientifico e la competenza, evitando di continuare ad “usare” la scienza come fantoccio q.b.
Abbiamo osservato che tra alcune forze politiche sia prevalsa, in epoche diverse, una ricorrente ricerca del consenso basata più sugli umori prevalenti nelle rispettive aree, piuttosto che su dati ed evidenze provenienti dal mondo della scienza. Se è vero che scienza e politica si muovono su due piani ben distinti i cui reciproci confini devono essere rispettati, resta altrettanto vero che la manipolazione dei concetti sia un boomerang: la politica ha tutto il diritto di integrare le conoscenze scientifiche con aspetti economico-sociali al fine di attuare una completa e lungimirante programmazione di governo dei processi.
Abbiamo assistito a imbarazzanti fiancheggiamenti politico-mediatici dei metodi Di Bella e Stamina, poi durante la pandemia troppi politici hanno inizialmente strizzato l’occhio al negazionismo e in seguito all’utilizzo risolutore del plasma iperimmune, “cura democratica e gratis”, quindi all’idrossiclorochina ed agli integratori miracolosi, fino alle cure domiciliari, ritenute da qualcuno efficaci al 100% in ogni caso di infezione virale ma tutte dimostratesi infondate.
Le stesse persone, spesso politici, che hanno cavalcato le salvifiche pratiche mediche “alternative” prive di evidenze scientifiche, non le hanno poi adottate in prima persona e si sono vaccinati come, per fortuna, la maggioranza degli italiani.
Nei casi meno gravi ci si è invaghiti degli ottimisti che a maggio 2020 parlavano di virus clinicamente morto o indebolito o, a settembre dello stesso anno, erano certi che non ci sarebbe stata una seconda ondata. Altri hanno puntato su un diffuso ambientalismo ideologico, terrorizzato da Nucleare, OGM, Editing Genetico, Glifosate, Olio di Palma e tutto ciò che viene percepito come artificiale e “chimico”, come se tutto, anche noi stessi, non fossimo composti dagli atomi degli elementi della Tavola Periodica.
Da queste basi si arriva ai casi estremi del No a tutto, dalla TAV, al TAP, dalle Trivelle ai Rigassificatori, fino ai Termovalorizzatori, ma Sì alla Xylella.
Pensiamo che Agricoltura ed Energia siano temi interconnessi per fronteggiare il cambiamento climatico, l’inquinamento, la salvaguardia dell’ambiente e la biodiversità.
Le conoscenze scientifiche ci dicono che l’alternativa all’agricoltura intensiva non è da ricercarsi nel passato, nella tradizione tramandata dai nonni, ma è fare il passo verso l’innovazione che dà le migliori garanzie per una transizione sostenibile che coniughi il presente con il futuro, anche solo perché è il nostro passato che ci ha portato al nostro difficile presente.
Perciò dobbiamo auspicare una agricoltura integrata e di precisione, che contempdili anche l’agricoltura verticale, l’idroponica e l’aeroponica, per le produzioni compatibili, come quelle degli ortaggi, delle fragole e altri frutti e delle piante aromatiche, e che utilizzi al meglio la tecnologia esistente e in via di sviluppo per il dosaggio e il minor consumo di acqua, concimi ed agrofarmaci.
Occorre sviluppare la ricerca di nuove piante resistenti a varie condizioni, incluse quelle climatiche, ai parassiti e con più alti valori nutrizionali. Ciò può essere enormemente favorito dall’editing genetico, superando i pregiudizi che lo riguardano e le paranoie ideologiche sugli OGM.
Analogo auspicio va agli allevamenti di animali a scopo alimentare: non si può tornare alla “vecchia fattoria” delle filastrocche infantili, dobbiamo invece pensare ad allevamenti moderni, tecnologicamente avanzati, che combinino la tutela della salute e del benessere animale, con la necessità di sfamare otto miliardi di abitanti della terra, solo così si può ridurre il rischioso uso di antibiotici, che va regolamentato, ma non proibito per legge. È da combattere il cattivo uso degli antibiotici non gli antibiotici, perché non è lo strumento il colpevole, ma l’errato uso che di esso si fa.
Altro discorso riguarda gli allevamenti di animali da pelliccia, che non sono una necessità e rappresentano, anche per le caratteristiche di molte di quelle specie animali, un gravissimo rischio epidemiologico; chiediamo quindi che vengano superati, prevedendo le necessarie riconversioni ed indennizzi per imprenditori e lavoratori di quelle attività economiche.
Quello che è successo in pandemia negli allevamenti dei visoni, deve servire da monito e da guida su come indennizzare chi vive di quella filiera. Le scelte politiche dei piccoli passi non funzionano quando si parla di agenti infettivi semplicemente perché virus e batteri non rispettano le leggi dell’uomo.
Per quanto riguarda la transizione energetica, pensiamo si debba accelerare il superamento delle fonti energetiche più inquinanti e con maggior effetto serra, come carbone e petrolio. Anche il gas deve essere inteso solo come una necessaria fase di transizione temporanea, anch’esso esauribile e causa di effetto serra.
Tra le altre forme di rifiuto dell’evidenza scientifica a favore di “narrazioni” concilianti e semplicistiche, va segnalato anche il negazionismo dell’origine antropica del cambiamento climatico in atto. La narrazione negazionista si sta diffondendo nel dibattito pubblico ed è veicolata da tutti i media indistintamente. Può apparire una ovvietà, ma va ribadito che la questione climatica ha ripercussioni a cascata: migrazioni, produzione agricola, fonti energetiche del futuro, mobilità, programmazione urbanistica, etc. Così come resta fondamentale rintuzzare i tentativi di dare la parola e credibilità a quello 0,1% della comunità scientifica che nega l’origine antropica: il concetto è sempre il medesimo, valgono le evidenze vagliate dalla comunità scientifica e su cui quest’ultima raggiunge un consenso. Ora è quindi il momento di concentrare le energie sulle possibili soluzioni e sulla loro implementazione: soluzioni ed implementazione vanno debitamente veicolate e discusse perché si possa avere un dibattito democratico, possibile solo quando i cittadini sono informati, che arrivi alle forze politiche.
Grande spazio deve essere dato all’implementazione e alla ricerca delle fonti rinnovabili e al miglioramento dei processi di accumulo dell’energia, ma non si può prescindere dal nucleare civile esistente e in sviluppo, rimandare tutto ad una indefinita futura fusione, in luogo dell’esistente efficace fissione nucleare, significa creare illusioni e non offrire soluzioni credibili ora.
Nucleare e Rinnovabili non devono essere presentate come alternative mutuamente esclusive nell’ambito di un dibattito ideologico che si riduce ad un “o di quà o di là” utile solo a chi ha interesse a politicizzare ogni tema, sono al contrario strumenti complementari per il raggiungimento di un obiettivo, l’abbandono dei combustibili fossili, talmente arduo da conseguire da richiedere l’uso di tutte le fonti low carbon su cui possiamo contare.
L’elettrificazione del trasporto deve essere perseguita, se però la produzione di energia a monte rimane da fonti fossili, si migliora la situazione ambientale delle aree urbane, ma l’impatto sul cambiamento climatico globale rischia di essere gravemente insufficiente. Non va commesso l’errore di scambiare il fine con il mezzo. Rinnovabili ed elettrificazione del trasporto non sono il fine, sono due dei mezzi per raggiungere la riduzione delle emissioni, che è il vero obiettivo.
Che si tratti di produzione di energia elettrica o di trasporti, i limiti temporali, che pure sono necessari affinché gli impegni possano considerarsi concreti, devono avere come oggetto il fine (la percentuale di riduzione delle emissioni), piuttosto che i mezzi (ad esempio, le potenze installate di fonti rinnovabili o la percentuale di auto elettriche), diversamente si agisce solo per inseguire i titoli di giornale e incamerare consensii elettorali piuttosto che puntare alla vera risoluzione del problema.
Per quanto riguarda il tema sanitario, occorre sicuramente incrementare gli investimenti sulla ricerca di nuovi farmaci, vaccini, antivirali, antimicotici, antibiotici e anticorpi monoclonali, così come bisogna incrementare la medicina del territorio, più vicina ai cittadini, ma insieme a ciò, si deve puntare ad una medicina preventiva, con l’informazione e l’educazione a stili di vita ed alimentazione adeguati, per una esistenza in salute fino a tarda età.
La politica cioè deve sostenere la medicina nel diffondere le migliori pratiche che comprendono i corretti stili di vita, temi che da sempre sono priorità mediche, ma non sempre priorità politiche. Un conto è una politica che faccia sintesi, altro conto è una politica che abdichi al proprio dovere di governare solo per seguire chi urla più forte.
Consapevoli che quanto proposto è una estrema sintesi di temi e iniziative che devono essere attivati da chi ha le competenze negli specifici ambiti applicativi, formuliamo alcune proposte concrete, sulle quali chiediamo alle forze politiche di maggioranza e opposizione di esprimersi chiaramente nel merito:
• Per dare il giusto peso alla scienza è necessario intervenire nell’educazione scolastica e nella formazione professionale degli addetti ai lavori, con interventi nelle scuole da parte di personale docente, anche universitario, e di altri divulgatori che sostengono le evidenze scientifiche. Non bastano un paio d’ore, serve del tempo dedicato da parte dei docenti di ogni materia, occorre infatti promuovere un’adeguata divulgazione ispirata alle evidenze scientifiche e non ideologica nel servizio pubblico Rai, occorre anche evitare che enti, amministrazioni pubbliche ed università sponsorizzino convegni o corsi su omeopatia, agricoltura biodinamica, chiropratica, agopuntura, osteopatia e altre metodologie infondate, quando non rischiose. Sarebbe opportuno non concedere gli spazi nelle strutture pubbliche, perché fornisce loro una credibilità che non meritano.
Precisiamo che non proponiamo alcuna forma di proibizionismo, sempre deleterio e controproducente, esistono spazi privati che possono utilizzare, ma le finanze pubbliche non devono essere utilizzate per l’anti-scienza.
• Occorre che nelle scuole si spieghi che la scienza non è un libro di leggi e teoremi: la scienza è un metodo. Il libro cambia tutti i giorni, il metodo, pur evolvendosi, resta. Spiegare il metodo scientifico vuol dire mettere gli adulti di domani al riparo dall’anti-scienza più pericolosa che circola nei mezzi di comunicazione, ovvero quella che si presenta come scienza “alternativa” o “incompresa”. Come ha affermato il Comitato Nazionale per la Bioetica nel 2004: “Principio quanto mai discutibile qual è quello del ‘pluralismo scientifico’. Se per pluralismo scientifico si intende la contemporanea presenza di più scienze concernenti un medesimo oggetto – ad esempio, la presenza di più chimiche organiche o di più fisiche – il pluralismo scientifico non esiste e non è mai esistito”.
• Eliminare i sostegni economici pubblici a tutto ciò che non promuova la corretta informazione con evidenze scientifiche e non sostenere metodiche o prodotti che non abbiano un evidente riscontro nella scienza, occorre semmai dare più fondi e pagare meglio chi fa ricerca.
Facciamo presente che questa iniziativa vuole avere un respiro culturale ampio ed è finalizzata a stimolare una presa di posizione da parte delle forze politiche e sociali che devono prendere le decisioni legislative sui temi proposti.
GLI ADERENTI
Vincenzo Accurso
Ematologo
Emma Albanese
Impiegata amministrativa
Gianfranco Allegri
Contitolare studio di registrazione
Maria Antonietta Auditore
Biologa ed Informatrice Medico Scientifica
Dina Battino
Neurologo – già Ricercatrice Fondazione I.R.C.C.S Istituto Neurologico Carlo Besta
Ornella Bellomo
Martina Benedetti
Divulgatrice scientifica ed infermiera
Gabriele Bernardini
Biologo
Enrico Bernini Carri
Presidente MEDIS – Scuola Internazionale di Maxiemergenze e Disastri
Simone Berretta
Biologo
Filippo Biasuzzi
Tecnico Sanitario di laboratorio biomedico
Leonardo Biscetti
Neurologo, Istituto, Nazionale di Ricovero e Cura dell’Anziano
Adriano Bomboi
Saggista
Alfonso Bongiorno
Ingegnere
Francesco Bovilelli
CEO e Consulente ICT C/O OPEN-IT
Giuseppe Bronzino
Ingegnere
Enrico M. Bucci
Biologo, PhD, Professore a contratto presso Temple University
Roberto Budassi
Pediatra
Massimo Burbi
Comitato Nucleare e Ragione
Vincenzo Caico
Dirigente scolastico
Franco Callegaro
Roberto Campese
Urologo
Vincenzo Camporini
già Capo di Stato Maggiore Aeronautica e Difesa
Eugenio Canniello
Anestesista Rianimatore
Nane Cantatore
Analista Strategico
Federico Caobelli
Assistant Professor in Nuclear Medicine University of Bern
Claudio Capozzi
Medico, già Ricercatore presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Pasquale Cappolecchia
Gastoenterologo
Sergio Mario Carboni
Architetto, Docente di Disegno e Storia dell’Arte
Giovanni Casale
Già dirigente Ministero del Lavoro
Maura Caudana
Biologa
Franco Cazzaniga
Matematico
Valeria Cerri
Ginecologa
Stefania Cerruti
Pubbliche Relazioni e Comunicazione
Claudia Chiardo
Laureata in Tossicologia dell’ambiente
Danio Chiodelli
Geometra
Sergio Colonna Romano
Medico e Biologo Molecolare
Michelangelo Coltelli
Debunker Fondatore di BUTAC
Maria Teresa Comini
Cardiologa
Carlo Cosmelli
Prof. Fisica Università La Sapienza – Roma
Gabriele Costantino
Direttore Dipartimento di Food & Drugs e Ordinario Chimica Farmaceutica, Università di Parma
Mario Cremascoli
Gerardo D’Amico
Giornalista RAI e Scrittore
Gerardo Giovanni D’Avanzo
Imprenditore Agricolo
Moshe David
Medico Veterinario
Giuseppe de Nicola
Chirurgo – Editore
Giovanni Maria De Pratti
Ingegnere Meccanico e Docente Universitario in Ingegneria e Sistemi Energetici
Luigi De Razza
Cardio Anestesista 118 Lecce
Stefano Devoto
Farmacologo
Dario Di Stefano
Musicista
Marco Domenichelli
Consulente di comunicazione e marketing
Brighitta Eletti
Figlia di pioniere del nucleare
Claudio Fraconti
Specialista in Logistica
Arcangelo Franco
Igienista
Antonio Gabbatore
Area manager multinazionale
Rossana Garavaglia
Psichiatra, Imprenditrice Agricola
Emilio Giordano
Laureato in Giurisprudenza
Andrea Grasso
Farmacista titolare e co-fondatore di #farmaciesenzaomeopatia
Donato Grieco
Architetto
Giovanni Gruppo
Già Sindacalista
Guido Errera Haschke
Co-fondatore e CEO HMG Biologics
Teresa Maria Kucharska
Tecnico Sanitario Radiologia
Antonio Labella
Illusionista
Marco Lanzavecchia
Video Maker
Chiara Lestuzzi
Medico
Rosalba Leuzzi
Pediatra
Fabio Leva
Urologo
Donatella Licheri
Specialista in Scienza dell’Alimentazione
Lucio Lipreri
Informatico
Riccardo Longato
Imprenditore
Massimo Longo
Fisico – Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche dell’Università di Roma Tor Vergata
Ugo Longobardi
Medico Medicina d’Urgenza
Corrado Magnone
Docente di storia e filosofia
Roberta Malossi
Figlia di pioniere del nucleare
Floriano Marchetti
Medico Chirurgo, Professore Associato presso l’Università di Miami
Daniela Masini
Medico Chirurgo e Dentista
Ettore Meccia
Ricercatore, Istituto Superiore di Sanità
Ario Mendolia
Direttore No mafia Memorial
Paolo Mezzana
Chirurgo Plastico
Marco Migliavacca
International Business Manager Chimica
Giancarlo Mincarelli
Perito Chimico e Divulgatore scientifico
Graziella Morace
Biologa, PhD, già Ricercatore Istituto Superiore di Sanità
Francesca Morena
Leila Myftija
Traduttrice, interprete e editor in campo medico-scientifico
Giuseppe Napolione
Oftalmologo
Antimo Naspi
Dottore di Ricerca in Biologia Umana e Genetica (PhD)
Francesco Negro
Professore Onorario, Facoltà di Medicina, Università di Ginevra, Svizzera
Giovanna Nicosia
Ildo Nicoletti
Già Associato in Medicina Interna Università degli Studi di Perugia
Maria Teresa Notarianni
Giornalista Tv, Scuola internazionale delle Maxi Emergenze e dei Disastri
Davide Noviello
Naturalista, documentarista, divulgatore
Letizia Olietti
Dirigente Intermediario Finanziario
Nicola Pace
Ingegnere
Valter Padovani
Già Giornalista, Cineoperatore RAI
Antonello Parisi
Imprenditore
Sebana Pernice
Funzionario statale
Giampaolo Peroni
Infermiere
Claudio Pezzot
Già Project Manager IBM
Vincenzo Pietrantonio Medico
Anestesista rianimatore
Moira Pietropoli
Funzionario AVEPA – Agenzia veneta per i pagamenti
Francesco Pitingolo
Nefrologo
Gianpiero Piva
Già funzionario Gestione del personale grandi aziende
Lavinia Piva
Laureata in Scienze Naturali
Nicola Pomaro
Ricercatore CNR
Rebecca Possenti
Laureata in Scienze Politiche
Franco Rettegno
Già Digital Business Partner presso Intesa Sanpaolo
Alfredo Roccato
Data Scientist
Luca Romano
Fondatore del progetto “L’Avvocato d’Atomo”
Francesco Rosiello
Igienista
Stefano Rossi
Geologo
Alessandro Rovetta
Editore associato “Frontiers in Public Health e Frontiers in Psychology”
Patrizia Ruocci
Già Insegnante
Claudio Sagoleo
Sergio Saia
Associato di Agronomia e Coltivazioni Erbacee Università di Pisa
Stefania Salvataggio
Soccorritore Croce Rossa
Stefania Sambataro
Senior Manager settore chimico, fondatore Comitato IdeaScuola
Luigi Saracino
Medico di medicina generale
Donatella Sarchini
Scrittrice, Pittrice e Artista Digitale
Gianluca Sbardella
Prof. Ordinario di Chimica Farmaceutica, past-President Società Chimica Italiana
Ivan Diego Sciacca
Chimico
Mario Selicato
Ex presidente Assofioristi Confesercenti
Pietro Semproni
Ingegnere ed ex dirigente
Mario Sermenghi
Naturalista
Sandro Siclari
Senior Consultant Life Science
Marzio Sisti
Infettivologo
Lauren Spare
Laureanda in Biotecnologie
Fausto Spinelli
Già Rappresentante di commercio
Orio Giorgio Stirpe
Colonnello (Riserva) Esercito italiano
Michele Temporin
Laureato in scienze statistiche
Walter Testolin
Musicista, docente Conservatorio
Pierluigi Totaro
Presidente “Comitato Nucleare e Ragione”
Luca Tramontana
Cardiologo
Isabella Trau
Endocrinologa
Piervittorio Trebucchi
Imprenditore
Carla Tribioli
Biologa, già Ricercatrice CNR
Elio Truzzolillo
Teo Turoldo
Imprenditore
Edoardo Francesco G. Ventafridda
Fondatore pagina divulgativa “Giovani Blu”
Fulvia Veronese
Biologa
Francesca Villani
Funzionaria CNR
Alessandro Vitale
Associato di Chirurgia Generale Università di Padova
Sandra Vitolo
Neurologo
Yuval Bar Yossef
Titolare Nogar Photonics LDT Tel Aviv
Federico Zambrotta
Ingegneria Gestionale
Fabio Zanzucchi
Imprenditore
Per le adesioni al presente appello e/o per modificare quanto scritto accanto al proprio nome, inviare una e-mail a:
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